23 settembre 2011

LA LISTA OUTING (DEGLI ANNI OTTANTA)


Oggi ha fatto un sacco di rumore la lista di dieci politici annunciata da giorni e pubblicata da un blog anonimo, lista che comprende, secondo chi l'ha resa pubblica, i nomi di uomini di potere noti per posizioni non tenere nei confronti delle coppie gay e, nonostante questo, segretamente omosessuali. La nostra lista invece non svela segreti. Vuole solo essere un tributo a personaggi dei nostri anni (gli anni, ricordiamolo, dell'epidemia dell'Aids che sembrava ancora una “esclusiva” di gay e tossicodipendenti) che hanno scelto di vivere alla luce del sole la loro natura. Non sempre con conseguenze piacevoli.

Elton John. L'uomo da 350 milioni di dischi (tra cui Candle in the wind riscritta per l'amica Lady Diana, pare il singolo più venduto di sempre) e da 500 milioni di persone ad ascoltarlo live a New York, a Central Park nel 1980, ha fatto il suo coming out nel lontanissimo 1973. Questo non gli ha impedito di essere nominato Sir dalla Regina Elisabetta, né di diventare legalmente padre di Zachary nel 2010, venuto al mondo proprio a Natale da una madre surrogata, e di crescerlo insieme al compagno David Furnish. Anche da questo si intuisce che non è italiano...

Freddie Mercury. Un anno dopo, era il 1974, fu un'intervista alla rivista NME ad alzare il velo sull'orientamento sessuale del cantante dei Queen. “Sono gay come un narciso, mio caro” disse Freddie al giornalista. Per la comunità omosessuale anni Ottanta fu anche un icona di stile, con il look con baffi e capello rasato.


Boy George. Il look en travesti, a base di colori e trucco vistoso, fu un suo segno distintivo, quando singoli come Church of the poison mind, Do you really want to hurt me o Karma Chamaleon si contendevano la numero uno nelle classifiche di vendita. A un concerto ha svelato che, da adolescente, fu David Bowie con la sua dichiarazione di bisessualità a dargli il coraggio di vivere senza angosce la sua natura.

Jimmy Somerville. Per lui e per i Bronski Beat, di cui è stato front man e voce inconfondibile, essere gay era un manifesto. Il loro unico album nella formazione originaria s'intitolava The age of consent, ovvero l'età in cui è consentito dalla legge inglese avere rapporti omosessuali, all'epoca 21 anni, un limite più alto di quello per i rapporti eterosessuali. Epici i suoi duetti con un altro cantante gay, Marc Almond.

George Michael. Nei “nostri” anni Ottanta lui era l'eroe delle ragazzine, un sex symbol dei più presenti sui poster delle stanze delle teen agers. Il suo non è stato un vero e proprio coming out: la sua omosessualità venne alla luce quando fu arrestato a Beverly Hills nel 1998 da un poliziotto in borghese con cui il cantante degli Wham! aveva tentato un approccio sessuale in un bagno pubblico. Poco dopo, nel video di Outside, prese in giro l'episodio. Quella clip fu definita il suo vero coming out.

Samantha Fox. A proposito di poster in cameretta, i seni più ammirati e desiderati dagli ormoni adolescenziali a metà degli anni Ottanta, appartengono a una cantante che, anni dopo, ha smesso di nascondere la sua omosessualità nel 2003, in un'intervista in cui dichiarò l'amore per la sua manager Myra Stratton: «La gente dice che sono gay. Io non so che cosa sono. Ma so che amo perdutamente Myra».

Martina Navratilova. Lei forte, decisa e muscolosa contro Chris Evert, raffinata, cesellatrice e talentuosa: per anni il tennis femminile ha vissuto di questo dualismo. Ma mentre la Evert cambiava cognomi e mariti, la ceca trapiantata negli States (nove finali consecutive a Wimbledon tra il 1982 e il 1990) aveva fatto coming out nel 1981. Il caso legale tra lei e la compagna Judy Nelson, dopo la separazione, fu forse uno dei primi del genere ad avere risalto sui media.

Rupert Everett. Lui debuttò all'inizio degli anni Ottanta in un dramma a teatro in cui recitava un giovane gay in una scuola pubblica inglese negli anni Trenta. Era un sex symbol quando nel 1989 fece coming out, e non cessò di esserlo, se si pensa che Tiziano Sclavi, per disegnare Dylan Dog, gli ha praticamente fatto il ritratto. Ma se pensa alla sua vita profesisonale, Everett è pentito della sua uscita allo scoperto: «Il fatto è che non potevi essere, e ancora non puoi essere, un giovane attore omosessuale nel business americano, inglese o anche italiano. Se dovessi suggerire a un giovane attore che cosa fare adesso, gli direi di pensare alla carriera, e di pensarci bene prima di fare coming out».

Pete Burns. Torniamo alla musica? Lui era il front man dei Dead or Alive (“You spin me right round baby right round... “ ricordate?) e il suo look era davvero vistoso, puro stile queer. Non è meno vistoso ora, anche se nel 2007 è stato costretto a una battaglia legale contro il chirurgo plastico che gli aveva deturpato le labbra (e solo un ciclo di una decina di interventi in una clinica di Genova gli hanno “salvato la faccia”). A proposito di controversie, si è dichiarato apertamente gay nonostante una relazione di 25 anni con una donna.

Richard Chamberlain. Questa potrebbe anche essere una sorpresa per molti. Richard chi? Sì, lui. Il prete che induceva in tentazione nel leggendario serial Uccelli di Rovo (astenersi battutine, please). Ha fatto il suo coming out nel 2003. E di recente ha preso posizioni estreme sul tema: «Se ti dichiari gay non fai più l'attore» ha detto. Uno dei suoi ultimi lavori, ora che è alle soglie degli 80 anni? Il ruolo di un distinto ed elegante signore, nel telefilm Brothers and Sisters. Naturalmente, un signore gay...

Nessun commento:

Posta un commento