16 ottobre 2012

I BELLOCCI DELLA MUSICA ANNI OTTANTA – QUATTORDICESIMA PARTE

Questa settimana si torna in Italia e a contendersi la vittoria della quattordicesima sfida sono due cantautori napoletani che dopo aver vissuto un momento d'oro negli anni Ottanta, hanno poi collezionato album il cui successo non ha mai replicato quello degli esordi.
Parliamo di:
Alan Sorrenti e Tony Esposito.

Alan, negli anni Ottanta
 Alan Sorrenti nasce a Napoli, il 9 dicembre 1950.
Sia nel primo album “Aria” – al quale ha collaborato anche Tony Esposito (guarda alle volte i casi della vita... tipo che Dio li fa e poi la Betta nei sondaggioni li accoppia!) – pubblicato nel 1972, che nel secondo, dal titolo leggermente più lungo (e cioè “Come un vecchio incensiere all'alba di un villaggio deserto”), uscito l'anno successivo, Alan opta per brani dalla struttura melodica alquanto elaborata e con testi piuttosto ermetici.
Discreto il successo ottenuto con la sua personalissima reinterpretazione di un grande classico della canzone napoletana, “Dicitencello vuje” (contenuto nel suo terzo album, “Alan Sorrenti” del 1974 e pubblicato anche come singolo) ma per raggiungere quello con la “S” maiuscola è necessaria una brusca inversione di rotta, e precisamente una secca virata verso uno stile soft – dance.
Quale vero Ottantologista non ricorda il suo falsetto e i suoi tre successi in rapida sequenza: “Figli delle stelle”, “Tu sei l’unica donna per me” e “Non so che darei”?
E a proposito di questi stra noti successi commerciali, viene da chiedersi: chissà se i vari «se ti perdo non ho/più nessuna ragione/ per vivere» o «non so che darei/per fermare il tempo/per dormire al tuo fianco solo una notte» sono serviti al fedifrago per farsi perdonare?
Già, perché la seconda metà degli anni Ottanta lo vede coinvolto in una serie di disavventure personali e giudiziarie che sembrano risolversi solo col finire del decennio.
Nel 1988 ricompare sulle scene partecipando al Festival di Sanremo con il brano “Come per miracolo”, piazzatosi all'ultimo posto.

Alan in un'immagine recente

Nel 1992 pubblica una raccolta dei suoi successi riarrangiati più due inediti, dal titolo “Radici”, album che verrà poi ripubblicato a distanza di 18 anni, in occasione dell'uscita del film “Figli delle stelle” di Lucio Pellegrini.


Coetaneo e conterraneo di Alan, anche Tony Esposito, nato il 15 luglio.

Tony ai tempi di "Kalimba de luna"

I primi passi nel mondo discografico decide di muoverli collaborando con altri artisti italiani quali Pino Daniele, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Gino Paoli, Roberto Vecchioni, Francesco Guccini, Eugenio ed Edoardo Bennato, Alan Sorrenti.
Nell'inventarsi uno stile proprio, Tony si ispira a sonorità provenienti da vari Paesi del mondo, mescolandole a melodie tipiche della musica partenopea. Trova una sua originalità inventandosi strumenti musicali nuovi, come il tamborder, un tamburo che non emette soltanto suoni percussivi ma anche note musicali ben precise, armonie e accordi, ampiamente utilizzato in “Kalimba de Luna” ad esempio.
Dopo “Rosso Napoletano” (nel 1975) e “Processione sul mare” (nel 1976) è col terzo album, “Gente distratta” del 1977, che Tony inizia a farsi davvero notare ed ottiene il “Premio Critica Italiana della Musica”.
Nel 1982 compone la sigla di Domenica In, “Pagaia”: è l'inizio del boom discografico. Come è successo per Alan, anche Tony decide di virare verso una musica più commerciale.
Per due anni consecutivi vince “Un disco per l'estate”, nel 1984 con “Kalimba de luna” (brano grazie al quale a fine 1985 riceve il “Premio critica discografica” grazie agli oltre 5 milioni di copie vendute nel mondo) e nel 1985 con “As Tu As”.
Partecipa a tre edizioni del Festival di Sanremo, nel 1987 con “Sinuè”, nel 1990 insieme a Eugenio Bennato con “Novecento aufwiedersehen” e nel 1993 con i Ladri di Biciclette con “Cambiamo musica” ottenendo buoni riscontri commerciali (anche se non sempre ottimi piazzamenti).
Nel 1997 è l'unico italiano chiamato ad esibirsi al “Festival della gioventù” de L'Avana e nello stesso anno è di nuovo l'unico italiano ad esibirsi al “Rock in Rio”, a Rio De Janeiro.

Tony oggi
Dopo una lunga pausa dedicata a performance dal vivo, nel 2003 ha pubblicato “Viaggio Tribale”, il suo ultimo lavoro.

Ed ora, a voi!
L'artista napoletano, inventore della fusion tra tradizione napoletana e rock californiano oppure il biondo partenopeo soprannominato “King of Percussion”: a quale dei due va la vostra preferenza?

5 commenti:

  1. Avrei detto Alan ma lo trovo un po' appesantito! Vada per Kalimba de luna

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  2. Alan tutta la vita!
    Tu non conosci paura: ma come ti viene in mente di accoppiare due del genere! Divertente assai!
    P.

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  3. Alan Sorrenti. Perchè è dagli anni ottanta che mi sento un figlio delle stelle!
    teto

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  4. Voto il re delle percussioni!

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