23 novembre 2013

RAFFAELE INVERNIZZI, IL PROF

Raffaele con Jazzy B dei Soul II Soul, la sua ultima fotoprofilo Facebook

Ho pensato cento volte a che cosa scrivere in questo post. Ho pensato pure che, forse, non era il caso di scriverlo: in fondo io non conoscevo così bene il Prof. Il rischio sarebbe quello di "sporcare" il suo ricordo, arrogandomi un ruolo che dovrebbe spettare a chi lo conosceva davvero, ai vecchi amici, a chi gli voleva bene. Poi ho pensato che non capita spesso di sentirsi così triste e svuotato per la morte di una persona che, in fondo, si era incontrata faccia a faccia una volta soltanto. Ma che aveva saputo essere - potenza dell'era digitale - vicina, partecipe ed entusiasta, prima e dopo quell'incontro. E allora, una settimana dopo il suo funerale, vi racconterò di come ho conosciuto il Prof.

Credo che siano passati due anni ormai: era l'autunno del 2011 quando prese il via il progetto Ottantology, con un blog, una pagina Facebook e con l'idea di pubblicare un libro sugli anni Ottanta, diventato poi Correva l'anno della Girella. Cominciai a frequentare altre pagine Facebook dedicate alla nostra decade preferita e in una in particolare, Solo Anni 80, c'era sempre lui ad animare i dopocena, pubblicando link di YouTube a video musicali con canzoni che spesso non avevano mai sfiorato la top 10, ma che in tanti riuscivano a ripescare da un angolino della memoria entro le prime cinque note. Spesso i dopocena si trasformavano in gare a quiz virtuali, con domande su gruppi, cantanti e brani dell'epoca. Ne sapeva così tante, di risposte (io ero bravino, ma lui imbattibile), che a volte, se la domanda non l'aveva fatta lui, stava in disparte ad aspettare che qualcun altro indovinasse. Diventammo amici virtuali, prima ancora che lui cliccasse "mi piace" sulla pagina di Ottantology, e fu uno dei primi a farlo. Scoprimmo in fretta che, tra le tante cose in comune, ce n'era anche una calcistica: tifavamo Torino, dai tempi in cui farlo regalava qualche soddisfazione in più, ma con fede convinta e incrollabile anche nei momenti più bui. Sarà futile, ma una delle cose che ho pensato venerdì, quando mi è arrivata la notizia della sua morte, è che il destino non gli ha concesso il tempo di vedere il Toro vincere un altro derby. E magari di prendere bonariamente in giro anche la "sua" Vicepreside Elizabeth, juventina. Anche lei diventò ottantologista, o meglio lo era sempre stata. E poi, per il Prof, diventò qualcosa di più.
Quando Raffaele mi parlò del concerto di Sade a cui sarebbe andato, a Milano, gli chiesi di mandarmi una recensione. Lui accettò e mise la sua sconfinata cultura musicale per la prima volta a servizio di questo blog. Solo la prima: ci furono altre occasioni e altri concerti, compresi i maxiraduni di gruppi anni Ottanta per i quali investiva un weekend lungo, godendosi una maratona di musica. A Lucca, per i Duran Duran, fu la prima recensione a quattro mani con Elizabeth. Lei, duraniana da sempre, e lui che per nulla al mondo si sarebbe perso un evento cult per qualsiasi ottantologista. Era un fan anche del libro. E se appartiene a Elizabeth una delle più belle recensioni scritte sulla nostra Girella (il racconto di una serata di lettura collettiva e di risate in un campeggio), Raffaele litigò con l'intero staff della libreria Mondadori di Lecco perché sostenevano che il libro non esistesse.
Vinse lui, ovvio. E l'unica volta in cui c'incontrammo "dal vivo", pensammo a come fare a organizzare una presentazione del libro dalle sue parti. Non si è fatto in tempo, purtroppo. Ma quell'incontro racconta tanto del tipo di persona curiosa, aperta e amante del mondo e delle sue meraviglie nascoste che era Raffaele. Era un sabato in cui, a Milano, salivano i Mamuthones di Mamoiada, protagonisti ancestrali di una delle tradizioni di Carnevale più famose di Sardegna e d'Italia. Ci andai, insieme ai miei genitori, anche perché tra gli uomini mascherati con i campanacci che invasero piazza Duomo c'era un mio cugino. Raffaele scoprì l'appuntamento e si fiondò a Milano anche lui. Parlammo di Italia, Sardegna e del Nord Europa, che amava frequentare, ma anche di birre (bevendone una assieme). Mi raccontò che aveva già i biglietti per il Rewind the 80s festival di Perth, in Scozia, e che ci sarebbe andato con la Vicepreside, entrambi muniti di pass vip, che consentiva l'accesso al retropalco. Poi si fece fotografare con la maschera di legno. E fece mille foto al corteo dei campanacci. Telefonò anche alla Vicepreside, per farle ascoltare il frastuono. E ribattezzò i Mamuthones "gli All Blacks del Gennargentu", la loro danza primitiva come la Haka dei Maori. Le parole giuste, per raccontare un incontro con una realtà che non conosceva, e che raccontavano la sua voglia di conoscerne altre.
Non ha avuto il tempo di farlo. E questo ancora suona come un'ingiustizia. Ciao Prof. E, mi raccomando, se lassù la menano con i canti gregoriani, tu spiegagli due robe sui Level 42 o sugli Swing Out Sister...

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